STRATI D'ARTE GALLERY

CARLO PROIETTO

PYROGRAPHY
DREAM INTO ACTION

Da poco rientrato da New York, dove ha esposto le sue opere alla Jadite Galleries, l’artista Carlo Proietto torna sul palcoscenico romano dopo cinque anni di assenza con una mostra alla Strati d’Arte Gallery.
L’esposizione, curata da Gina Ingrassia, prevede l’allestimento di una dozzina di opere, tra lavori inediti, realizzati in esclusiva per l’evento, e altri già noti selezionati tra la produzione dell’artista.
Affascinato fin da giovanissimo dal mondo dell’arte, Proietto affina negli anni le sue doti artistiche fino all’incontro con la pirografia, la “scrittura con il fuoco” di cui diventerà pioniere e maestro. Oggi, tra i pochissimi artisti al mondo a trattare questa tecnica ad alti livelli, le sue straordinarie opere contribuiscono ad elevare la pirografia a vera e propria forma d’arte contemporanea.
Considerata una tra le prime forme di espressione artistica dell’uomo, l’arte tradizionale di disegnare bruciando la superficie di materiali naturali come legno o pelle, è stata utilizzata nei secoli per decorare manufatti, utensili, strumenti musicali, o per creare sigilli e stemmi. Oggi Proietto pratica la pirografia con l’ausilio di un macchinario elettrico dalla punta incandescente, attraverso la quale l’artista brucia la sua “tela” di compensato, tracciando linee nette,
pulite. che nella loro assoluta semplicità danno vita a opere complesse, potenti, che trasmettono passioni profonde servendosi di uno stile figurativo che non di rado assume contorni di suggestione visionaria.
Il fuoco traccia contorni di volti monocromatici, talvolta arricchiti da interventi di colore, che osservano lo spettatore, quasi guardandosi allo specchio, riflettendo una società nella quale stentano a riconoscersi. Attraverso l’ordine apparente delle linee chiare e definite, traspare il caos (creativo) e la tensione di una lotta continua con i meccanismi di quel mondo esterno altamente urbanizzato e disumanizzato dal quale si sentono forse sopraffatti.
Lo stesso artista si ritrae dietro una maschera, la stessa che utilizza per realizzare le sue opere, forse a protezione da quel mondo che sente distante e troppo spesso crudele.
Accanto a queste figure spiccano anche le opere non espressamente figurative, caratterizzate da intrecci di linee e segni che richiamano ad elementi floreali e geometrici dando origine a universi compositivi di grande armonia che confermano la particolare abilità dell’artista nel percorrere diversi orizzonti iconografici. L’esposizione resterà aperta al pubblico dal 28 gennaio al 9 febbraio (inaugurazione il 27 gennaio)
In occasione del vernissage l’artista si esibirà dal vivo in una dimostrazione pratica della tecnica pirografica con cui realizza le sue opere.

Fuoco sacro di Gina Ingrassia

Sono visioni, sogni, quelli che vengono messi in scena, o forse dovremmo dire “proiettati”, sulle pareti della galleria. Dream into Action il titolo scelto per uno spettacolo dove in azione entrano non solo sogni ma anche emozioni, mentre si viene catapultati in un universo onirico plasmato dal fuoco. Affascinato fin da giovanissimo dal mondo dell’arte, Proietto affina negli anni le sue doti artistiche fino all’incontro con la pirografia, la “scrittura col fuoco” di cui diventa pioniere e maestro.

Oggi, tra i pochissimi artisti al mondo a trattare questa tecnica ad alti livelli, le sue straordinarie opere contribuiscono a elevare la pirografia a vera e propria forma d’arte contemporanea.

Considerata una tra le prime forme di espressione artistica dell’uomo, l’arte tradizionale di disegnare bruciando la superficie di materiali naturali come legno o pelle, è stata utilizzata nei secoli per decorare manufatti, utensili, strumenti musicali, o per creare sigilli e stemmi, un’antica tecnica che non viene insegnata in nessun luogo, ma trasmessa nel tempo di mano in mano, come quelle antiche storie di potere trasmesse solo di voce in voce.

Oggi Carlo Proietto pratica la sua arte per mezzo del pirografo, uno strumento elettrico dalla punta incandescente, attraverso il quale brucia la sua “tela” di compensato, tracciando linee nette, pulite, che nella loro assoluta semplicità danno vita a opere complesse, potenti, che trasmettono passioni profonde attraverso uno stile figurativo che non di rado si ammanta di suggestione visionaria.

Il fuoco traccia contorni di volti monocromatici, solo talvolta arricchiti da interventi di colore, che osservano lo spettatore, a volte interamente presi da sé stessi, talora guardandosi allo specchio, riflettendo una società nella quale stentano a riconoscersi. Attraverso l’ordine apparente delle linee nette e decise, dove non è contemplata possibilità d’errore, traspare il caos (creativo!) e la tensione di una lotta continua con i meccanismi di quel mondo esterno, asservito al dio denaro, altamente urbanizzato e disumanizzato dal quale si sentono forse sopraffatti.

Accanto a queste figure spiccano le opere non espressamente figurative, caratterizzate da intrecci di linee e segni che richiamano a elementi floreali e geometrie armoniose, minuziosi ricami simili a pazienti mandala realizzati con mano educata e sapiente. Nascono universi compositivi di grande armonia che confermano l’abilità dell’artista nel percorrere diversi orizzonti iconografici e quel talento di fare fiorire sempre e comunque la bellezza. La fascinazione di Escher, grande maestro delle geometrie visionarie con cui realizza i suoi mondi impossibili, capovolti, sottosopra, è apertamente espressa dall’artista che utilizza le linee frutto delle bruciature per dare vita a segni e disegni a tratti surreali. Nella sua instancabile produzione Carlo Proietto si cimenta anche nell’attività scultorea. Da sempre affascinato e ispirato dal mondo dei videogiochi e dei cartoni animati, l’artista plasma, facendoli uscire dalla bidimensionalità, i suoi personaggi “animati”.

In ogni sua declinazione quella di Proietto è arte che si fa urgente, le cui opere sono figlie di intuizioni fugaci, apparizioni, autentiche epifanie che si manifestano come lampi di luce, effimeri bagliori da afferrare in tempo prima che lascino spazio ad altre, altrettanto pressanti e fugaci, in un susseguirsi di ispirazioni prepotenti, bramose di essere espresse.

 

Si fa strada la sfida di un tentativo, o il desiderio, di riordinare quel caotico proliferare di immagini, di contenuti, di forme e sagome che prendono vita da pulsioni, sensazioni, sentimenti che non solo vengono dall’interno ma che spesso assalgono dall’esterno lasciando frastornati. Un fuoco sacro guidato dalla mano di un abile messaggero, che con il suo strumento trasforma e riversa nella materia un universo compositivo che in esso si incanala per essere riordinato, trasmesso, generato e infine restituito in una forma compiuta. Perché nonostante l’urgenza espressiva l’artista seleziona, filtra, depura e pulisce. Un miracolo, questo, che solo la potenza del fuoco rende possibile. Gli elementi e i materiali utilizzati sono primitivi, poco costosi, facilmente reperibili e per questo fedeli alleati nel permettergli di dare sfogo alla sua incontenibile creatività. Il fuoco arde come la passione, distrugge ma anche purifica ciò con cui viene a contatto, ed è così che le grezze tavolette di compensato si trasformano in opere d’arte, dai toni del colore della terra e del miele, una terra bruciata da quel fuoco che non lascia scampo. Proietto compare spesso come protagonista delle sue stesse opere, mascherato, con il volto coperto, come a suggerire che l’artista è in fondo un teatrante che impersona diversi ruoli suggerendo ipotesi, interpretazioni, altri mondi e alternative soluzioni mettendo in scena dramma e commedia in quel palcoscenico che è la vita. Un ruolo importante quello dell’artista, capace di catturare l’essenza del Bene e del Male e di trasformare in forza il dolore operando una riflessione che non è mai apertamente dialettica, ma si serve degli strumenti propri del suo talento, in un gioco di immagini che attraversano e rifuggono il reale tra mille mascheramenti che però non sono mai inganni.